Conoscenze locali per la conservazione del paesaggio tradizionale mediterraneo
DESCRIZIONE
Il complesso sistema di tecniche e conoscenze tradizionali che nel tempo ha plasmato le terre che si affacciano sul Mediterraneo è il prodotto dell’adattamento delle popolazioni ai luoghi ed alle loro condizioni ambientali. Non è un caso che proprio in questi luoghi siano presenti molte delle tecniche tradizionali di raccolta, conservazione e canalizzazione dell’acqua o dei sistemi per la protezione dei pendii e per la creazione di suolo. Gli stessi centri storici sono per la maggior parte costruiti sfruttando la trama di terrazzamenti per raccordare salti di quota e dislivelli e sono veri e propri archivi, su scala urbana, di conoscenze e tecniche tradizionali. La loro struttura infatti ingloba spesso, al suo interno, sistemi di raccolta dell’acqua piovana o per la trasformazione dei rifiuti organici in humus, piccoli orti protetti, edifici costruiti secondo i metodi dell’architettura passiva per il controllo climatico, il risparmio energetico e per la conservazione degli alimenti.
Anche le pratiche pastorali che sfruttano le diverse caratteristiche dei territori attraverso le migrazioni stagionali della transumanza contribuiscono a costruire una rete di percorsi, luoghi di sosta, strutture di servizio che danno forma ed articolano il territorio.
L’origine culturale del paesaggio mediterraneo è quindi ben evidente nei centri storici e nel loro stretto rapporto con i contesti rurali, ma anche nelle pratiche agricole e pastorali.
In questo contesto la circolazione e diffusione di pratiche, know-how, tradizioni, saperi sono state facilitate dai contatti tra culture e dai movimenti migratori così intensi nel bacino del Mediterraneo.
In molti casi, a causa di condizioni ambientali simili, è stato possibile utilizzare il patrimonio di conoscenze sviluppato in altri contesti, custodito nella memoria dei popoli e trasportato nel corso di migrazioni, transumanze, commerci.
In molti centri storici del Mediterraneo, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra alla crisi dell’agricoltura tradizionale è corrisposto un sempre più intenso esodo verso le grandi città. I piccoli nuclei urbani hanno perso così la funzione di presidio territoriale in grado di manutenere e riprodurre il paesaggio. Il risultato è il degrado degli abitati tradizionali e del territorio, la perdita di qualità paesaggistica, la drastica riduzione di diversità bio-culturale, la rottura del senso di identificazione delle comunità con i propri luoghi.
Lo spopolamento, l’abbandono dell’agricoltura e dell’allevamento tradizionali minacciano non solo il patrimonio materiale, ma anche quell’enorme archivio di conoscenze e saperi che hanno dato forma attraverso le generazioni al territorio ed alle sue risorse, trasformandoli in espressioni di cultura.
I paesaggi tradizionali si trovano così ad essere esposti a minacce derivanti da un ridotto livello di controllo territoriale da parte delle comunità e da uno scarso o assente legame identitario tra popolazioni e territori.
Il progetto è articolato in varie fasi di ricerca sul campo, analisi, documentazione e catalogazione delle pratiche e dei sistemi di conoscenze tradizionali per la conservazione del paesaggio mediterraneo. Elemento portante del progetto è il coinvolgimento delle comunità in quanto depositarie dei saperi tradizionali e principali interlocutori nei processi di gestione responsabile dei territori.
DETTAGLI
Data: 2013-in corso
Luogo: Basilicata
Tag: paesaggi tradizionali, conoscenze tradizionali, gestione dei paesaggi
Ricerca indipendente
Paesaggi Meridiani: Antonio Graziadei, Salvatore Laurenzana, Mimmo Nardozza